Ieri sera ero a San Siro per Inter-Roma, bella partita di calcio, ma quanti rimpianti (vista la mia fede romanista) per una gara praticamente già vinta, ben condotta dalla formazione di Spalletti e incredibilmente sfumata proprio nel finale.
La Roma ci ha messo del suo sciorinando calcio stiupendo per buona parte dell'incontro, non riuscendo tuttavia a chiudere i conti quando doveva. La differenza sostanziale tra le due compagini la fa la cattiveria. L'Inter ce l'ha, la Roma no e... Rosetti. Già l'arbitro. Altro elemento non trascurabile per "ribilanciare" la partita saldamente nelle mani dei capitolini fino all'88 - momento del pari di Zanetti.
Dunque l'Inter se ne va definitivamente credo e forse neanche la vittoria della Roma sarebbe servita a strappargli lo scudetto dal petto, se non altro avrebbe riacceso un campionato sinora dominato dai nerazzurri. La cronaca ha offerto vari spunti interessanti, un primo tempo equilibrato con l'Inter che nei primi 20 minuti da la sensazione di poter sfondare da un momento all'altro sul versante destro, dove Vucinic è bravo a ripartire ma non altrettanto a coprire lasciando Tonetto da solo contro Maicon e Figo. La Roma imposta una gara intelligente, attende le mosse dell'avversario e prova a pungere dapprima centralmente con gli inserimenti di Perrotta e Totti, quindi "dispiega le ali" con Vucinic e un Taddei ritrovato.
Dopo le prime schermaglie è Crespo ad infiammare il San Siro con un mezza rovesciata impressionante che si stampa sul palo alla sinistra di Doni proteso in tuffo. Da applausi. Lo scampato pericolo però accende la Roma che passa al 38'. Vucinic lavora un pallone sulla sinistra e apre per Tonetto che si sovrappone sulla fascia, cross basso a rientrare nel cuore dell'area dove Totti lascia di sasso il suo marcatore e fulmina Julio Cesar sulla sua destra. Bellissimo.
In tribuna cala il silenzio, esulto con il mio amico Giulio e pochi altri romanisti intorno a noi, per fortuna nessuno la prende a male :-). Il tempo si chiuderà con un'incornata di Burdisso sugli sviluppi di un corner, il colpo di testa dell'argentino termina alto sulla traversa.
Nel secondo tempo l'Inter si presenta con Suazo al posto di un impalpabile Stankovic. Mancini torna al modulo a due punte, al quale aveva rinunciato (forse saggiamente) nella prima parte, per cercare di recuperare la partita, ma la mossa non sortisce l'effetto sperato. E' la Roma a controllare la gara e sfiorare il gol con Taddei (2 volte) e Aquilani entrato al posto di un impreciso Pizarro. Mancini effettua altri due cambi, Balotelli per Cambiasso e Pelè per Figo. Le punte diventano tre, ma subito dopo - è il minuto 64 - Maxwell s'infortuna quando l'Inter ha gia effettuato tutti i cambi a disposizione. La formazione di Mancini, in dieci, non può competere con la Roma brillante del secondo tempo, così proprio quando ci si attende il colpo del k.o. da parte dei giallorossi accade l'imponderabile con Mexes che rimedia 2 cartellini gialli nel giro di un minuto ( tra il 38' e il 39') - un po' troppo per il francese impeccabile fino a quel momento e soprattutto senza falli a suo carico. La decisione cervellotica di Rosetti rianima l'Inter che è bravissima a giocare sul nervosismo avversario. Al 42' un grande Doni nega la gioia del gol a Crespo, bravissimo a colpire di testa su un cross dalla destra di Maicon, all'88' Zanetti intercetta una palla vagante al limite dell'area giallorossa e spedisce nel'angolo basso alla destra di un incolpevole Doni. Esplode la gioia del San Siro, per l'Inter lo scudetto è più vicino, alla Roma l'etichetta di bella incompiuta del calcio italiano.
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