venerdì, maggio 26, 2006

Ho visto Malagola

L'altroieri nel metrò, uno stuolo di giovani inneggiava, chitarra e voce a un certo Malagola.
Tutti loro indossavano una t-shirt azzurra e una scritta: Vota Malagola.
Mi sono incuriosito e visto che voterò per la prima volta qui, mi sono informato sul conto del candidato.
Mi è nata spontanea una riflessione, così l'ho scritta e gliela ho spedita.


Potete leggerla qui di seguito:

Caro Malagola,

dopo aver visto uno stuolo di tuoi goliardi sostenitori, mi sono incuriosito e sono andato sul tuo sito Internet per vedere chi sei e da che parte stai.

Simpatiche queste manifestazioni di colore, fa bene vedere qualche sorriso quando si parla di politica, non solo musi lunghi e vecchi soloni.
Insomma, 7 pieno per la campagna pubblicitaria.

Tuttavia a leggere il tuo programma(?) sul sito, mi sembra di riascoltare il solito patetico proclama berlusconide sulle buone ragioni del suo partito contro i "comunisti".
Tutto questo, ovviamente, non mi fa stare dalla dalla tua parte, non foss'altro perchè credo che la politica devrebbe partorire idee tenendo conto degli interessi generali (non particolari, come invece il tuo capo fa).

Non per questo voglio denigrarti, come da prassi in questo bizzarro Paese, anzi ti faccio il mio in bocca al lupo, augurandoti però nel tempo (oggi hai solo 23 anni) di comprendere la differenza tra il fare politica e il lavorare per l'uomo forte.
Tu ora stai lavorando per l'uomo forte, ma consentimi di dirti che alla lunga ti accorgerai che il partito per il quale ti candidi finirà con lui, perchè non ha le fondamenta su cui basarsi.

Manca, infatti, a Forza Italia quel radicamento alle idee e ai valori su cui una organizzazione politica dovrebbe reggersi, anche in tempi in cui il pragmatismo è imperante.
Pensaci bene, caro Malagola, anche perchè spogliato un partito della parte ideale, che alimenta i contenuti, che cosa rimane?
Un fantastico involucro, per carità, ma vuoto.

Ho 32 anni ed ho vissuto Tangentopoli con la disillusione di quelli della mia gerazione nei confronti della politica.
Da allora è stato un continuo demolire senza ricostruire e oggi il vuoto, il disorientamento, le ansie di una società senza punti di riferimento si riflettono sui più deboli.
I primi a pagare per tutto questo sono i giovani, sì proprio quei giovani che tu vorresti rappresentare.

Senza rancore, un giovane un po' più vecchio di te.

martedì, maggio 23, 2006

Personal Blues

Il posto della poesia è il letto.

the opinionmaker