martedì, dicembre 18, 2007

Infelicità italiane

Italiani depressi, infelici ed arrabbiati. Appena rientrato dalla Spagna dove lo sfavillio delle luminarie natalizie è direttamente proporzionale al grado di fiducia del Paese, dunque accecante, ritorno subito con i piedi per terra (in tutti i sensi:-) proprio mentre è ancora viva nel nostro Paese la eco dell'articolo del New York Times, dal titolo In a Funk, Italy Sings an Aria of Disappointment (leggo dalla sintesi allarmata di Pino).
In Italia c’è aria di delusione e così è.

Mettendo insieme le informazionni dell'articolo su citato con l'ultimo rapporto sualla società italiana del Censis, si ricava un quadro francamente demoralizzante del nostro Paese. Da un lato c'è un "malessere” o “malaise” che implica "collective funk — economic, political and social", dall'altro - con riferimentio al rapporto del Censis - si parla della società italiana come "poltiglia di massa", ripiegata su se stessa.

Dunque cosa sta accadedendo all'Italia e agli italiani? Se devo fidarmi di ciò che vedo, la risposta posso affidarla ai miei post, che danno il senso della cruda relatà che ci circonda.

1) L'incertezza regna sovrana. Manca un grande progetto nel quale identificarsi - Ho avuto modo di viaggiare tanto in questi anni: ho repirato la disillusione dei giovani laureandi che facevano concorsi nell'esercito perchè convinti già in partenza di non riuscire a fare nella vita ciò che desideravano. La politica, il clientelarismo, la macchina burocratica, l'economia impazzita, la nostra stessa avidità ci stà divorando e sta cancellando i nostri sogni.

2) Siamo soli. In occasione del 1° maggio di 2 anni fa scrivevo: "Ero al Sempione in bici, c’era il sole e gente che ballava, non mi parevano operai". Eppoi "oggi ci si difende come si può, vittime delle forze centrifughe che tendono a disgregare..."

3) Siamo inermi. Alcune risposte su questo tema da parte di utenti di questo blog: "Non ho piu' la speranza che questo stato di cose si possa cambiare, e' troppa l'inerzia del "tirare a campare", e' troppo difficile per me continuare a cercare il confronto con un interlocutore troppo grande.Sono convinto che molti dei "precari" di cui parla DT, nel giro di qualche anno avranno ottime posizioni lavorative, magari una buona stabilita', anche economica; ma chi gli restituira' i diversi anni passati, l'impossibilita' di realizzare progetti di vita , se non in eta' avanzata?E che cosa abbiamo fatto noi per modificare una situazione che "in base ai meccanismi del mercato del lavoro" e' sempre piu' disumanizzante?Io, personalmente, sono stanco". E ancora: "Hai proprio ragione, come ultimamente vado dicendo: "la nostra generazione ha perso, anzi, non ci ha mai provato".

4) Siamo delusi e frustrati

In compenso il libri più letti quest'anno sono Gomorra e La Casta, "il politico" più amato è Grillo. Prove generali di indignazione di massa?

Come possiamo reagire:
1) Spegnamo la TV;
2) Usciamo di casa;
3) viviamo la vita da protagonisti, facendo esperienze (troviamo uno spazio, aggreghiamoci, creiamo);
4) Apriamo la mente alla curiosità per le persone e le cose;
5) Ricordiamoci di dedicare più tempo alle persone che amiamo. Conserviamo i buoni amici, quelli che quando è il momento di fare il punto della situazione ci sono e tu gli dici: "come stanno le cose? mi interessa sapere come la pensi tu su questa faccenda";
6) Cerchiamo di recuperare quel senso della comunità che è sparito con la crisi dei valori;
7) Viviamo con semplicità. Lavorando meno (qualcuo pensa che aiuti anche a lavorare meglio) ;
9) Ascoltiamo il parere degli altri ma cerchiamo di formarci un'opinione personale. Scavando, andando dritti alla fonte, confrontando il nostro punto di vista con le persone, al bar o sul Web;
10)Prima di dormire cibiamo lo spirito leggendo un libro e il corpo facendo l'amore.

Vi segnalo anche questa analisi da un'angolazione mediatica sul blog Braudel