venerdì, luglio 01, 2005

Aphex Twin


the mass Posted by Picasa

E ora... un po' di sana devastazione.

Ieri sera i miei occhi hanno assistito esterefatti alla performance di Aphex Twin e Chris Cunningam.
Molti di voi non sapranno neanche chi siano questi due signori, in realtà si tratta di due degli artisti contemporanei più influenti del panorama internazionale, il primo dj, musicista, agitatore culturale, il secondo artista dell'immagine e autore di apprezzati commercial e video musicali.

I due hanno dato vita a un set, anzi a un laptop set, come ama definirlo Richard D. James (questo il vero nome di Aphex Twin), di raro impatto emotivo - una sorta di elettroshock per la nostra società narcolettica - raro come le apparizioni di quest'artista, notoriamente restio a concedersi al pubblico.

Quello di Aphex Twin non è un semplice Dj set ma un vero spettacolo audio/visivo che proietta su uno schermo gigante l'elettrocardiogramma impazzito delle nostre vite traballanti.
Musica rabbiosa e immagini iperreali costringono ad aprire gli occhi su una realtà mostruosa e alienata (molto simile alla visione Kubrik), quella dei sobborghi metropolitani e delle vite in disordine, l'ingiustizia sociale, la cialtroneria mediatica, il tutto con un linguaggio che ben rappresenta gusto e linguaggi delle nuove generazioni, attingendo a piene mani dalla miglior tradizione - passatemi il termine - electro techno dai Kraftwerk ai rave degli anni '90.

Aphex Twin è un'enciclopedia di stili che però "l'ape" trapassa col suo aculeo, i suoi paesaggi sonori sono per lo più visioni acide e ciniche, vi è spazio soltanto per il sogno orrendo e lo scherno per una vagheggiata vita "normale".
Aphex Twin rappresenta l'incubo che scuote e prelude al risveglio.
E' questo il messaggio finale: svegliatevi narcolettici del cazzo, qua tutto va di merda !

giovedì, giugno 30, 2005

Per Salerno, riconoscimento europeo

Il Consiglio d’Europa ha infatti attribuito all’Amministrazione Comunale di Salerno l’ambito Diploma Europeo che premia le municipalità maggiormente impegnate nella diffusione degli ideali europei di solidarietà, incontro, conoscenza tra popoli e culture.

Una buona notizia, segno di una maggiore disposizione a volgere lo sguardo fuori dai limitati e limitanti confini territoriali; visto che siamo globalizzati oramai fino al midollo, leggo questa news come un primo "sintomo da risveglio". Che dire? Sognare non costa niente.

Vin

martedì, giugno 28, 2005

Il twist postmoderno di Patty Smith


Patty Posted by Hello

La musica si nutre d'idee, passione ed emozione, per vivere ha essenzialmente bisogno di questo. Ha bisogno di gente come
Patty Smith quindi, il cui "twist postmoderno" è andato di scena ieri nella bella cornice del teatro Dal Verme a Milano.

Con la line up al gran completo - Patti Smith (voce e chitarra), Lenny Kaye (chitarre), J.Dee Daughtery (batteria), T.Shanahan (basso) e Tom Verlaine (ex-leader dei Television, sempre chitarra), quest'ultimo per la verità parecchio avulso del contesto (deludente il suo contributo) - ha dato vita a uno show intenso, a tratti strampalato, imperfetto, ruvido, allucinato. Tutto quello che ci si può aspettare dall'artista originaria di Chicago la cui originalità travalica spesso gli schematismi di genere per approdare ad una libertà espressiva autentica e senza punti di riferimento fissi.

Il pubblico della Milanesiana ha i mezzi per comprenderlo e le ha tributato una calorosa accoglienza, esplodendo per la passionale e disperata "Because the Night" ("a little song dedicated to Italia") e vivendo comunque intensamente la performance della sua beniamina, in un'esibizione punteggiata qua e la da letture di poesie, sermoni pacifisti, momenti riflessivi e d'intimità familiare, quando dedica al marito defunto Fred "Sonic" Smith (MC 5) una splendida"Frederick" e subito dopo, tra un pubblico letteralmente impazzito, va a cercare sua figlia Jessie per triburarle, un caloroso "happy birthday".

Dopo un'ora e mezza circa di show, non certo teso come ai tempi del mitico CBGB, ma certamente intenso, Patty Smith saluta il pubblico con "People have the power", inno liberatorio, che il pubblico intona con lei.