martedì, aprile 17, 2007

7-1

C'era un'altra cosa di cui non avevo ancora parlato, la cocente delusione dopo il 7-1 subito dalla mia Roma contro il Manchester.
Dopo una settimana mi sono ripreso (astento) e faccio mie le parole del grande Valerio Mastrandrea che sulla disfatta romanista ha scritto addirittura dei versi (letti da Fiorello, nella sua trasmissione radiofonica).
Si intitola "l'antiromanismo spiegato a mio figlio", fa così:

"Sì, a papà, era sera
Era d'aprile Er pesce era passato, muto e senza spine
Nell'Albione perfida e a modello Cavalli mozzicanti invece che er manganello
S'era partiti pe' 'n'impresa, de quelle da racconta' davanti al focolare

Tutto bruciava 'n' petto Muto, er cellulare
Chi era rimasto in tera sampietrina
Era du' giorni che nun dormiva come dormiva prima
Er traffico nun c'era, i semafori silenti
I dentisti s'erano rifiutati de cava' li denti
I televisori a palla coprivano li piatti apparecchiati
Qualcuno pannellava sciopero dei carboidrati
Poi venne l'ora, quella che non vie' pe' tutti
Eravamo tutti belli, a papà, nun esistevano più li brutti
Nun era un sogno, era reale
Manco li gabbiani sur tetto del Quirinale
Parte l'orologio, fischia l'omo in giallo
Partono le vene, pompa er core de metallo
Manco la prima scarica de adrenalina pura
Che ar decimo più o meno l'idraulico ce stura
Ce stura er lavandino dove nun score niente
Se non nel sangue de chi crede alla panza e no alla mente
Tu penzi: "Daje...daje reca' non è successo niente
E' 'na battaglia, battaglia dirompente
Via la maglia dai calzoni, sporcateve er battente"
Invece niente Li vedi rotola' su un prato all'inglese
Come 'na balla de fieno a Porta Portese
Poi parte un conto alla rovescia dei manrovesci che ce danno
Penzi: "Daje, basta poco"
Sì...ma quanno
Non c'è er tempo pe' ferma' er tempo boia
Penzi: "Mai, mai un giorno de gloria"
E qui, papà, devi penza'
Sì, che chi dopo 'sta sera d'aprile è annato a festeggia'
La gioia la troverà solo sulle disgrazie altrui
Pe' 'sta gente non c'è luce, papà, ma solo giorni bui
Perchè chi pe' soride' deve vede piagne uno, mille e centomila
E' uno che nella vita sua starà sempre ‘n fila
Chi invece la prova, la vita, sulla pellaccia
Non starà mai a chiede un sorso da 'n'altra boraccia
Sii orgoglioso, papà, de prova' emozioni davanti a 11 leoni
A volte un pò coglioni
E' raro, amore mio, è raro come te
E come mamma tua Che dopo er sette a uno c'ha lasciato a sparecchia'
Limortaccisua"

Valerio Mastandrea

lunedì, aprile 16, 2007

Sul caso Mastrogiacomo

Ho visto soltanto ora il messaggio di Simone a commento del pesiero che avevo dedicato a Mastrogiacomo ed ho pensato che le sue parole meritassero una replica.

Ho più di una volta, negli oramai tanti commenti di questo blog, detto la mia sull'incoerenza della politica estera di questo governo ma ho ritenuto giusto chiedere pietà per un uomo che rischiava di morire soltanto per cercare di svolgere al meglio il proprio lavoro.

Così caro Simone, ritengo giusto che il governo abbia fatto di tutto per salvare la vita di Mastrogiacomo ma non approvo affatto nè il metodo adottato, nè la successiva gestione della vicenda che ha portato all'uccisione in Afghanistan del povero Adjmal Nasqebandi.
Sembra evidente che la linea del nostro ministro degli esteri Massimo D'Alema sia da considerarsi totalmente inappropriata: prima fa la voce grossa con gli americani ricordandogli a ragione - ma è solo per fare il fico - alcuni scandali irrisolti come il cernis e il caso calipari, poi baratta Mastrogiacomo per Nasqebandi. In sostanza la politica di D'Alema è di gran lunga più ipocrita di quella di Berlusconi durante il suo mandato.

Ora che ci penso anche le Parole di Pietro Ingrao sul Corriere della Sera, il 3 Aprile scorso,"MORO, SVOLTA DI INGRAO "UN ERRORE NON TRATTARE NOI POTEVAMO SALVARLO" suona come una trovata dell'abile staff del Ministro, per cercare di rafforzare la
sua posizione agli occhi dell'opinione pubblica.
Ci sarà riuscito? Bah, a me D'Alema e la sua politica da apparato non ha mai convinto.