Un pensiero indipendente
Riporto con piacere il pensiero di inizio anno di Aniello De Vita. La pubblico perchè mi ha colpito il calore e l'umanità che sprigiona. Un concentrato di sentimenti contrastanti in poche righe. l'Italia spensierata aveva appena consumato il cenone di Capodanno, ma qualcuno stava con il cuore tra gli operai di Torino...
Siamo stati costretti, in questa fine d’anno, a subire le fastidiose immagini, che imperversavano su tutte le televisioni, di Stato e Private, del presidente Prodi, che vestito da Winnie the Pooh, slalommeggiava felice, contento e “sereno” come non mai, su immacolati campi di neve.
Molto semplicemente e per quanto possa valere la mia indignazione vorrei dire, sempre se si può, che, di questi tempi, avrebbe fatto meglio a rinviare la sciata al prossimo inverno quando sarà libero da impegni istituzionali e starsene “sereno e sorridente” a casa, visto che non gli
gli sarebbe passato neppure per l’anticamera del cervello di andare a Torino per partecipare alla fiaccolata che ha illuminato la buia notte di una città che atteso l’anno nuovo vestita a lutto. C’era tanta gente addolorata, c’erano tante lacrime, c’erano lì i cuori di tanti italiani a testimoniare il loro profondo dolore per la morte dell’ultimo operario e con lui l’ultima disperata speranza che dalle ceneri di quel disastroso incendio potesse alfine affiorare un segno di vita.
Mi dispiace presidente ma lei ha chiuso questo infausto anno nel modo più infelice possibile. Purtroppo così è, e come diceva il grande Massimo Troisi: “Non ci resta che piangere”.
Aniello De Vita