La Salernitana riparte da Fabio Brini. Ad Agostinelli il ben servito si concretizza già nell’immediato dopo partita di Taranto.
Brini marchigiano, da giocatore inodossava la maglia di numero 1 dell’Ascoli, arriva in un momento molto delicato del campionato in cui i risultati non hanno di certo sorriso ai granata.
Sul neo-allenatore spiccano alcuni dati: una promozione in B con l’Ancona, due spareggi vinti sul campo e una retrocessione (quest’ultima ad inizio carriera).
Scellerata l’ultima sconfitta in terra pugliese dove la squadra già nella prima frazione aveva compromesso il risultato prendendo quattro schiaffoni in pieno viso e svegliandosi, come spesso accade nel campionato medesimo, in ritardo.
Agostinelli esonerato dopo la pessima prova di Taranto?
Questo raccontano le cronache locali, io credo che la società stava meditando questo passaggio già da un po’di tempo. Tant’è che quando il tecnico ha avuto il sentore, prima dell’ultima gara, che oramai la sua poltrona stava per vacillare, isolato, ha deciso di giocarsi la mossa “coraggiosa” di mettere in campo sin dal primo minuto una formazione inedita quanto inappropriata, preventivando il suo scontato esonero.
Insomma Agostinelli ha voluto affrettare un addio che era nell’aria e che prima o poi sarebbe avvenuto.
Del resto come non essere d’accordo con la scelta di una dirigenza che ha allestito una compagine di tutto rispetto facendo sforzi economici che sono sotto gli occhi dell’Italia calcistica (Di Napoli vi assicuro ce lo invidiano i maggiori club di B e anche qualcuno di A) e mostrando, senza tanti fronzoli, di puntare alla promozione diretta. Non solo, Lombardi e soci hanno dato segni tangibili di una progettualità, quella che era mancata da un po’di tempo a Salerno. Poi su qualche scelta iniziale ci si può anche ravvedere, umano.
Se Brini, come spero, riuscirà a trovare l’assetto tecnico-tattico giusto, il suo arrivo servirà a "traghettare" la squadra. La stessa squadra che, con qualche ritocco, potrà essere pronta e già competitiva in cadetteria.
De Laurentis in C col Napoli un paio di anni fà allestì una formazione per molti aspetti molto simile a quella della Salernitana di oggi. Quella squadra, rimpinguata nel giusto, ha raggiunto l’anno successivo la promozione in serie A. Certo la Salernitana non è il Napoli e forse non è nemmeno giusto fare certi paragoni ma è importante che ci intendiamo su un aspetto fondamentale: il valore si crea quando ci sono dei progetti seri. Assunto questo la Salernitana è destinata, per nostra fortuna, ad andare lontano.
Forza vecchio cuore granata
Giulio Delle Serre