venerdì, agosto 17, 2007

Riflessioni (pallose) salernitane

Il diario di viaggio di questa estate riparte da Salerno (di ritorno dal Cilento) dove la tarantella e più in generale i fenomeni di riciclaggio culturale impazzano.
Siamo probabilmente al culmine della tendenza che genera un buon indotto per l'economia del turismo e de-genera in un nuovo immaginario utopico che coinvolge grandi e piccini alla ricerca della felicità.
Domani sarà già ora di tornare a Milano e poi all'isola d'Elba con una riflessione sulla Campania che lascio.
Ecco cosa vi ho trovato: una capacità critica sempre meno elevata (rassegnazione?), un tessuto sociale che si sgretola per la mancanza di coesione su contenuti di sostanza, alto livello d'insoddisfazione soprattutto nei giovani (che non sanno dove sbattere la testa ma si predono a testate) e i campanelli d'allarme sono una serie di fatti di sangue accaduti in questi ultimi 15 giorni che toccano anche "l'isola felice" che sino ad oggi è stata Salerno.

Domanda: pane e soppressata al ritmo della tammorra possono bastare per liberare questa terra dai suoi mali? No, però tengono a debita distanza i problemi. Indignazione dei miei conterranei non pervenuta. Com'è bella la vita, e com'è buona la ciambotta.

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