venerdì, ottobre 05, 2007

Confessioni di un trentaquattrenne

Come sempre ho aspettato il giorno del mio compleanno allo scoccare della mezzanotte e come quasi sempre accaduto in passato è arrivato puntuale il momento della riflessione.Trentaquattro sono 34, devo dire che il 33 mi ha portato fortuna, un anno per cambiare lavoro, consolidare o rompere rapporti, fare progetti stabili, scrivere un libro, sì, scrivere un libro eppoi viaggiare, viaggiare, viaggiare.

Un pò meno Salerno nell'arco dell'anno 33, un po' più Milano e altri meridiani come chiosa questo blog, un po' meno gli amici ahimè o presunti tali, in questo caso ben venga il segno meno.
Ho la sensazione di avere incominciato a togliere e questo proprio quando il mio trentatreesimo anno volge a termine. Per esempio, pochi giorni fa "sono uscito dal gruppo", gli Hard 2 Handle, ci suonavo da 2 anni e non è stato facile.
A trentatrè anni, oggi 34 (mi ci dovrò abituare) devi imparare a togliere, a sottrarre.
Va così, vado a cercare ciò che per me è più vero, non sono un nostalgico.

Questo episodio mi fa pensare che d'ora in avanti inizierò a togliere e che di tutte le stagioni della vita mi aspetta la primavera. So che sarà una stagione elettrizzante e ci sarà bisogno di tanta forza, ma lo spirito è forte e sento già che è venuto il momento di ripartire.

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La solitudine del Ministro

Quando penso al nostro Ministro della Giustizia, non so perchè, mi viene subito in mente la figura di Don Abbondio. In effetti le analogie dei tra i due personaggi sono impressionanti; come non ritrovarsi in quel passaggio dei "Promessi Sposi" in cui il Manzoni descrive il carattere del curato descrivendolo come "un vaso di terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di vasi di ferro".

Ora che tutto il mondo gli da addosso, mi fa quasi tenerezza il povero Clemente Mastella e di certo dalla sua designazione come Ministro della Giustizia non potevamo che attenderci che questo epilogo anche perchè l'associazione dell'uomo di Ceppaloni alla carica di Giuardasigilli rappresentava sin dall'inizio una contraddizione in termini. Clemente, in un Paese come il nostro? Ma dai.

Soltanto che in nostro "che non era certo nato con un cuore da leone" - per citare ancora il Manzoni - in quel ruolo ci sta benissimo, da buon democristiano un favore a destra e l'altro a manca, a seconda di come gira il vento.
Ieri sera ad Anno Zero, Marco Travaglio gli ha dato del piduista ma si sbaglia. I massoni manovrano, Mastella è soltanto un manovrato.
Lui resta fondamentalmente un curato di campagna.

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lunedì, ottobre 01, 2007

Rosso positivo
















Forte è l'emozione per la rivoluzione pacifica dei monaci birmani.
Il loro sacrificio, un karma positivo che illuminerà intere generazioni a venire.

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