giovedì, giugno 16, 2005

Un venerdì sera a Brera (il vostro opinionmaker)

Lo scorso venerdì, sono stato a cena "Ai Fiorichiari", nell'omonima via milanese in zona Brera. Approfittando della splendida serata, resa ancor più gradevole da un vento assolutamente inedito per Milano, ci siamo persi, un mio amico ed io, tra le viuzze affollate che attraversano il caratteristico quartiere.
Su tutti e due i lati della strada - dove c'è spazio - oppure soltanto su uno dei due lati, dove la via si resrtinge, le bancarelle improvvisate degli africani che vendono imitazioni perfette delle borse di Prada, Louis Vuitton o Ferrè, i banchetti - questi sì fissi - dei caratteristici chiromanti e degli artisti (pittori, artigiani) di strada.

Tuffarsi tra le strade di Brera in questo mese, può sfatare l'idea della Milano città fredda e distaccata, chiunque provi ad oltrepassare questo pregiudizio può trovare nella città meneghina tutto quello che desidera per divertirsi nella massima tranquillità e lontano dai ritmi travolgenti della metropoli.

E' proprio su questo contrasto che si basa il concept del ristorante di cui vi parlavo, oh premetto subito: 60€ circa per mangiare e bere (come no).

L'atmosfera comunque è quella riservata che si addice ad un posto elegante, non per questo fastoso, anzi, lo stile è decisamente sobrio, i colori naturali, come il giallo pergamena, legno di ciliegio per le rifiniture (siamo al piano terra di una dimora d'epoca) e un banco dei vini, i tavoli un legno più chiaro (color nocciola), alcune litografie alle pareti.

All'entrata un giovane mètre di sala ci accoglie con la cortesia di rito e ci mostra un menù, non ricchissimo per la verità, ma che da la netta sensazione della ricercatezza delle portate.
Optiamo per antipasto e primi di pesce, in più scelgo una bella bottiglia di Vermentino di Gallura, un bianco sardo tanto sapido alla boccata, quanto soave nel retrogusto. Ottimo; d'ora in poi non mancherà mai nelle mie sere d'estate :-)

Andiamo ora nello specifico delle portate precedute da un crostino alle verdure accompagnato da dell'ottimo prosecco veneto.

Antipasti:
Misto di pesce affumicato (spada, tonno, salmone, branzino)Capesante agli asparagi con aceto balsamico

Break:
Ostriche

Primi:
Gnocchetti al pesto seppie e scampi
Chitarrine pomodorini e sugo di scampi

Dolce:
Croccantino al caramello
Mousse alla fragola con frutti di bosco servita con crema Chantilly

ci beviamo su:

Brandy Villa Zarry 10 Anni (consigliato agli amanti del genere e lo producono in Emilia Romagna)
Passito di Pantelleria, col caratteristico aroma delicato di moscato e sapore dolce e gradevole, gradazione alcoolica, intorno ai 14 gradi (credo)

Ogni tanto è bella prendersela con gusto, no? Abbiate cura di voi amisci.
Evviva la vita, evviva.

2 Comments:

At 2:04 PM, Blogger the opinion maker said...

Certamente si capisce che il locale non era affatto "freddo e distaccato" e di sicuro molto raffinato e accogliente.
E infatti la "mazzata" finale rende idea dell'ambiente.
Domanda: ma chi è pavat?
Saluti Campatò!

 
At 3:28 PM, Blogger the opinion maker said...

Queso è il bello...non ho neanche pagato, ma ci ritornerò, pagando, volentieri

 

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