Il "V Day" e la rivoluzione
Sul "V Day" si possono fare tutte le considerazioni possibili, rimane un fatto inconfutabile; Beppe Grillo ha generato un gran casino.
Il "V Day" è un terremoto che allarga ulteriormente le crepe del Palazzo: ora è davvero pericolante, un'altra spallata e cade (e poi?).
Beppe Grillo ha un merito, quello di avere risvegliato gli ardori di un popolo al valium o meglio di un popolo depresso dalla politica e da anni di televisione spazzatura.
Un popolo reso inoffensivo dal sogno di apparire, allontanato (a forza) dalle difficoltà del vivere.
Grillo ha il merito di essersi interrogato, si sarà chiesto dov'era finita quella "società civile" che partecipa, che si appassiona, si indigna o plaude, discute e propone.
Il comico ligure l'ha cercata e alla fine ha compreso che si era rifugiata nel Web.
Ora Grillo cavalca l'onda del successo del suo blog, dei suoi spettacoli, del V Day.
Invoca il potere "dal basso", come la Brambilla con i suoi Circoli della Libertà", anche lei in fondo fa appello alla"partecipazione spontanea della società civile, della gente".
La storia inizia già a non piacermi, siamo all'antipolitica, mi ricorda Tangentopoli.
Cosa è rimasto dopo? Fare piazza pulita serve solo se c'è chi propone un'alternativa alla maniera di intendere la politica nel nostro Paese.Ben venga la campagna di moralizzazione di Grillo, io stesso ho aderito all'operazione Parlamento Pulito, sono daccordo sull'ineleggibilità di coloro che sono stati eletti per due volte all'ufficio di membro del Parlamento, ma queste sono proposte di buon senso.
Leggo con interesse le mail di tanti amici che con ritrovato vigore in questi giorni parlano di "rivoluzione", pero andiamo! Cerchiamo di essere seri, il potere dal basso no s'è mai visto e neanche la rivoluzione, semmai nell'era di internet noi cittadini possiamo esercitare il controllo sui politici e sulle istituzioni.
Un esempio? Mastella ha un blog, così Bassolino e Di Pietro ma tanti ancora potrei elencarne.
Oggi chi vuole esprimere la propria opinione può farlo (magari evitando di mandare a quel Paese gli onorevoli signori) presso i politici, presso la stampa e così via.
Il Web offre possibilità sinora inimmaginabili, ma ognuno deve stare al proprio posto. Al popolo la funzione che gli spetta, alla politica il compito di dare risposte. Diffiderei di chi si inventa politico da un giorno all'altro, cerchiamo di non combinare altri pasticci, questo Paese è già così complicato, piuttosto avremmo bisogno di risposte più rapide e concrete da persone se possibile più competenti e più attente alle reali esigenze del cittadino.
P.S. Proprio in questi giorni ho letto articoli allarmanti sulla situazione degli imprenditori al Sud. Ad Agrigento, Giuseppe Catanzaro presidente degli industriali ha subito un atto intimidatorio dopo aver detto no al raket e propio oggi su "la Repubblica" leggo uun ampio reportage di Saviano dopo la sua visita a Casal di Principe. L'autore di "Gomorra" non ci tornava da un anno. Lo ha fatto scortato, a proteggerlo c'erano addirittura dei cecchini - "è difficile spiegarlo in Europa" - scrive nel suo pezzo lo stesso Saviano. Il segno che quando non la politica non c'è i vuoti vengonno colmati da altri.
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