giovedì, maggio 05, 2005

Un senso. (Ricordando il 1° Maggio)

...come avevo già scritto nella mail di risposta ad Antonello, quest'anno ho saltato la consueta visione del Concertone del 1° Maggio romano e mi sono riversato insieme a tantissimi ragazzi per le strade di Milano, poi tutti siamo confluiti al parco Sempione.

1° Maggio, festa dei lavoratori, ma sempre più gente lo festeggia nella propria condizione di precario , sfruttato, spremuto da questo sistema, oltretutto senza grosse prospettive per il futuro, c'è sempre (è capitato a tutti noi soprattutto al Sud) chi lo festeggia da disoccupato.

Ero al Sempione in bici, c’era il sole e gente che ballava, non mi parevano operai (così come nello stereotipo di una certa sinistra vengono dipinti i lavoratori), dovevano essere giovani impiegati di vario genere, ballavano, cantavano, la musica risuonava per le strade da sound system improvvisati, rimbombava sui muri del Castello.

C’erano giovani coppie (gente dell’età nostra con i bambini), gente dei centri sociali (di solito giovanissimi), stranieri, quelli dei sindacati, tipi regolari (più o meno come me), fighetti (come voi, eheheh), ecc…Mi è piaciuto il clima generale della “giornata di Milano” e penso che forse tutta quanta questa gente si ritrova ogni anno per gli stessi problemi che la accomunano: precarietà, angoscia, competitività. Come sono lontani i giorni della difesa dei diritti, come sono vicini, nei '70 si attaccava, oggi ci si difende come si può, vittime delle forze centrifughe che tendono a disgregare...nonostante tutto, questa disgregazione della comunità umana non l'ho vista domenica e non ci sarà finchè esisteranno celebrazioni come quella 1° maggio.

2 Comments:

At 1:51 PM, Blogger the opinion maker said...

Non ho piu' la speranza che questo stato di cose si possa cambiare, e' troppa l'inerzia del "tirare a campare", e' troppo difficile per me continuare a cercare il confronto con un interlocutore troppo grande.
Sono convinto che molti dei "precari" di cui parla DT, nel giro di qualche anno avranno ottime posizioni lavorative, magari una buona stabilita', anche economica; ma chi gli restituira' i diversi anni passati, l'impossibilita' di realizzare progetti di vita , se non in eta' avanzata?
E che cosa abbiamo fatto noi per modificare una situazione che "in base ai meccanismi del mercato del lavoro" e' sempre piu' disumanizzante?
Io, personalmente, sono stanco.

A.

 
At 4:50 PM, Blogger the opinion maker said...

Hai proprio ragione, come ultimamente vado dicendo: "la nostra generazione ha perso, anzi, non ci ha mai provato".

V.

 

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