Una giornata che non ricorderai
Troppe sere finisci di lavorare tardi, sei già fuori tempo per tutto, quando alzi la testa è per guardare un cielo scuro che risucchia tutto come un buco nero.
Ecco, ora ti senti svuotato, l'attimo dopo provi uno strano senso di liberazione, ma è solo un momento, prima di passare al pensiero successivo.
Sai già che il cammino che ti condurrà alla macchina può essere d'aiuto a ritrovare un attimo il filo delle cose che non hai dato, neanche oggi.
Addirittura pensi, come può sembrare ampio l'orizzonte che porta alla fine della strada, quando hai passato tutto un giorno in uno spazio tanto limitato come quello di un ufficio.
Non ti lascia neanche lo spazio per l'immaginazione, quando tutto intorno è un ruotare di anime infondo più perse di te che pensano tutt'al più a scalare una posizione.
Pezzi di una enorme dama, fuscelli alla mercè del vortice che arriverà (forse).
E pensi dove sei amore mio, pensi. Santiddio dove sei?
Neanche lei c'è stasera e finisci per evadere, sulle note anch'esse piatte di un i-pod che spara canzoni a caso.
Vai a caso, anzi torni a casa, o forse no, magari ti fermi.
Vai a caso, anzi torni a casa, o forse no, magari ti fermi.
Ti godi una birra, sottrai un momento ai ritmi dettati dal mondo, anzi gli fumi in faccia.
Adesso sì, puoi tornare a casa, alla fine di una giornata che non ricorderai perchè non c'è mai stata.
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